Molto spesso mi viene posta la domanda di cosa conviene fare, in termini di energia elettrica, con un contatore di una seconda casa che si usa solamente stagionalmente, visto che a causa dei costi fissi che sono presenti in bolletta ci si ritrova a pagare anche senza consumo.
A molti balza in testa l’idea di chiudere (cessare) il contatore quando si lascia la casa per le vacanze e riattivarlo l’anno successivo, ma nello specifico pochi sanno la differenza economica e quindi se tutto ciò valga la pena o meno.
Proprio per questo ho voluto scrivere questo articolo per rispondere, una volta per tutte, a questa domanda e ognuno, per il proprio caso, avrà modo di valutare il da farsi per organizzare al meglio la propria vacanza ottimizzando i costi!
Prima di arrivare al dunque è necessario fare una distinzione, sempre in termini di energia, tra prima casa e seconda (terza/quarta/ecc.) casa.
La “prima casa” viene definita l’abitazione dove vi si ha la residenza anagrafica, nonché quella che, in teoria, dovrebbe essere la dimora quotidiana, la tipologia d’uso sarà “domestico residente”. Viceversa viene definita “seconda casa” l’abitazione diversa dalla residenza anagrafica, dove sarà attiva una tipologia d’uso “domestico non residente”.
Ma, sostanzialmente, cosa distingue le due tariffe?
Le due tariffe vengono distinte principalmente dai costi fissi applicati in bolletta, nello specifico, nella tipologia d’uso “domestico non residente” sarà applicata una quota aggiuntiva chiamata “quota fissa” degli oneri di sistema per un valore, ad oggi, di €112,14€/anno.
Quindi in primis potremmo dire che potremmo risparmiare poco più di 100€ all’anno, ma la risposta non è proprio esatto in quanto manca ancora un passaggio per fare una valutazione corretta.
Quanto costa riattivare un contatore?
Il passaggio da verificare è proprio il costo del subentro, ovvero la riattivazione del contatore.
In linea di massima effettuare un subentro nel mercato libero ha un onore amministrativo di 27€ al quale va sommato un onore commerciale a discrezione dell’operatore del mercato libero scelto, per avere un valore ben definito supponiamo che il costo del subentro è di 50€.
Quanto costa “mantenere” un contatore attivo senza consumo di energia elettrica?
I costi fissi in bolletta si dividono in due categorie: quota fissa e quota potenza.
La prima è espressa in un canone annuo e ammonta (con valori definiti dall’ARERA) a 183,68€ all’anno.
NB questo valore che può aumentare in quanto una parte di questa quota (PCV, prezzo commercializzazione vendita) è personalizzabile da parte del fornitore scelto.
La quota potenza, invece, è un canone annuo in proporzione alla potenza impegnata del contatore, ad oggi, il suo valore è di 20,88€ per ogni kWh (chilowatt di potenza). Se prendiamo come esempio un contatore di 3kW, esso avrà una quota potenza annua di 62,64€.
Sommando le due quota avremo una spesa complessiva annua, relativa ai costi fissi, di 246,32€.
Questo è il costo annuo di un contatore di 3kW senza consumo.
Quanto costa invece “staccare e riattaccare”?
Per scoprire invece a quanto ammonta il risparmio se tenessimo attivo il contatore solamente nel periodo di utilizzo (supponiamo 3 mesi), bisogna suddividere i costi fissi di cui abbiamo appena parlato per il solo periodo di utilizzo e aggiungere il costo di subentro. (ricordi i 50€ di cui abbiamo parlato prima?)
Quindi prenderemo il valore della quota fissa (183,68€) e la divideremo prima per 12 (in quanto è il totale annuo) e successivamente la moltiplicheremo per 3 (mesi), ovvero l’effettivo periodo di utilizzo del contatore. Il totale viene 45,92€.
Stesso discorso per la quota potenza, 15,66€.
Resoconto dell’operazione: 45,92€+15,66€+50€(il subentro)=111,58€
Effettivamente quanto risparmio?
Giunti al termine di queste operazioni matematiche si può dichiarare che il risparmio per un contatore da 3kW utilizzato solamente 3 mesi l’anno ammonta a 134,74€, una cifra sicuramente da non sottovalutare visto il continuo risparmio che si cerca fra gli operatori del mercato libero.
Si dai Giovanni capisco il risparmio, ma cosa devo fare ogni volta per riattivare la luce?
Si è vero, se da una parte si vuole risparmiare qualcosa, dall’altra si deve anche rinunciare a qualcosa, quel qualcosa in questo caso riguarda la comodità di arrivare in casa e trovare già l’energia elettrica. In questo caso occorra organizzarsi qualche giorno in anticipo per svolgere l’iter della riattivazione.
I tempi massimi di una riattivazione sono di 5 giorni e per effettuarlo occorrono codice fiscale, numero cliente del contatore e un documento d’identità e individuare il fornitore con chi si vuole entrare in fornitura.
Se poi ti scoccia stare dietro a tutto ciò puoi sempre delegare il tutto al tuo consulente di fiducia, in modo da goderti la vacanza con qualche centinaio di euro in più!
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