In particolar modo, in queste settimane di emergenza causa Coronavirus, stanno circolando in rete (e non solo!) proposte commerciali con prezzi decisamente bassi per le utenze di energia elettrica e gas. La situazione attuale ha portato inevitabilmente ai crolli di alcuni mercati: già verso la fine del 2019 le frecce segnavano un calo nei grafici e il Coronavirus è stato il colpo decisivo per far crollare i prezzi.
Ma perché?
Semplicemente perché il calo dei consumi, a causa del fermo nazionale, ha fatto diminuire notevolmente la domanda e di conseguenza l’offerta.
Per comprendere meglio la convenienza tra prezzo fisso e prezzo variabile occorre valutare alcune condizioni. Intanto definiamoli insieme: con prezzo fisso intendiamo il prezzo bloccato per un determinato periodo, mentre con prezzo variabile quel prezzo che muta nel tempo in base alle oscillazioni del mercato.
Il primo è un prezzo bloccato per un tot di tempo che viene indicato nelle CTE (Condizioni Tecniche Economiche) che si sottoscrivono quando si sceglie il fornitore con una relativa offerta commerciale. La classica dicitura che puoi trovare è: “Prezzo della componente energia fisso e invariabile per 12 mesi decorrenti dalla data di attivazione”.
Di solito i prezzi risultano bloccati per 12 o 24 mesi e in prossimità della scadenza il fornitore è obbligato a comunicare eventuali variazioni di prezzo così il cliente ha la possibilità di rinnovare, di solito con tacito rinnovo, o scegliere un’altra offerta presente nel mercato libero.
Viceversa il prezzo variabile, come già detto, muta nel tempo e tiene conto del valore del PUN (prezzo unico nazionale) che possiamo definire come “il prezzo nella borsa elettrica”.
Una cosa fondamentale su cui porre l’attenzione (oltre a stare attenti ad altre voci su come NON scegliere un’offerta luce o gas tra gli oltre 600 fornitori) è il cosiddetto spread.
Cosa significa spread e qual è la sua relazione con le offerte di luce e gas?
La parola Spread, significa differenza, divario, ed è un valore che viene aggiunto al cosiddetto PUN per permettere ai fornitori di luce e gas di guadagnare su ciò che loro acquistano e rivendono.
Quando si vuole optare per un prezzo variabile è necessario porre molta attenzione al valore dello Spread che il fornitore applica.
Le offerte commerciali a prezzo variabile solitamente riportano la seguente dicitura “PUN+5€”, “PUN+15€”, “PUN+50€” e così via.
Cosa significa quel numero dopo la scritta PUN? Sta a indicare il valore in euro che il fornitore aggiunge alla quotazione di mercato ogni mWh (ovvero ogni 1000kWh).
Prendiamo il riferimento il PUN di questi primi mesi del 2020, con numeri alla mano.

Questi prezzi sono espressi in megawattora e quindi vanno divisi per 1000 per ottenere il dato che trovi in bolletta espresso in chilowattora.
Ad esempio ad Aprile il prezzo medio è stato di 0,025€/kWh (25,84€/1000), due centesimi e mezzo, per intenderci.
Se ti viene proposta un’offerta a prezzo variabile PUN+15€/mWh, significa che ai 2 centesimi e mezzo al kWh, bisogna aggiungere uno “spread” di un centesimo e mezzo per ogni chilowattora, per un totale di 4 centesimi al chilowattora.
Se ti viene proposto un PUN+50, significa che bisogna aggiungere 5 centesimi al prezzo di riferimento del mercato. E così via.
Un discorso leggermente tecnico, ma è fondamentale comprenderlo per poter scegliere consapevolmente.
Spesso venditori scorretti, in fase di trattativa, mostrano l’offerta commerciale con un prezzo variabile (che è tendenzialmente basso) spacciandolo per fisso.
Quando si sottoscrive un’offerta commerciale, occorre porre massima attenzione e non basarsi solamente su quello che ci viene raccontato, molto spesso è utile chiedere un riscontro scritto.
E dunque è più conveniente il prezzo fisso o quello variabile?
A primo acchito si potrebbe rispondere a questa domanda con un secco “Prezzo fisso”. Tuttavia non è sempre così.
Da una parte c’è il prezzo fisso che da un certo punto di vista garantisce “sicurezza”, dall’altra il variabile che spesso incute paura proprio per la sua mutevolezza.
Ma allora quale scegliere?
Questa è la solita domanda da un milione di dollari.
Dipende molto dai consumi e dalla tipologia di offerta attiva al momento.
Posso dire che oggi passare da un’offerta a prezzo fisso ad una a prezzo variabile premia notevolmente il risparmio. Tuttavia i prezzi non scenderanno per sempre e quando saranno nuovamente in rialzo, occorrerà bloccare il prezzo se non si vogliono subire aumenti. Per un consumatore gestire le utenze, sotto questo punto di vista, non è per niente semplice: troppe variabili da controllare, in un lasso di tempo breve.
Per questo ritengo fondamentale che oggi qualsiasi consumatore abbia una propria persona di fiducia che segua la gestione delle utenze.
Affidandosi ad un consulente che fa bene il suo lavoro saprà quando è meglio scegliere un prezzo fisso piuttosto che uno variabile e viceversa, e ciò garantirà inevitabilmente un’ottimizzazione dei costi.
Al momento, sto gestendo un gruppo di acquisto con i miei clienti: acquistiamo insieme, piuttosto che vendere io qualcosa a loro!
Il potere di negoziazione di un singolo consumatore (che consuma poco) è quasi nullo. Il discorso cambia se più consumatori si uniscono per acquistare: aumentano notevolmente il loro potere di acquisto!
Se l’idea di affidarti ad una persona di competenza ti ha stuzzicato, ti consiglio di vedere come posso esserti utile e cosa posso fare per te, dando un’occhiata anche alle persone che già si sono affidate a me e hanno voluto lasciare la loro testimonianza!
A te la scelta!
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Think big, pensa in grande.
Insieme si può.
Giovanni
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