Una riforma che accelera i tempi: dal 1° gennaio 2026 cambiare fornitore di energia elettrica richiederà solo 24 ore. A stabilirlo è stata ARERA con la Delibera 117/2025, che ha definito l’avvio ufficiale di questa riforma. Non è la prima volta che si parla di switch rapido: già nel 2022 la Delibera 705/2022 aveva aperto la strada, seguendo la Direttiva Europea 2019/944 e il Decreto Legislativo 210/2021.
Quella che all’inizio sembrava un’ipotesi tecnica oggi diventa una certezza, in attesa del documento definitivo sulle consultazioni. Da gennaio, quindi, il cambio sarà gestito attraverso il Sistema Informativo Integrato (SII), che controllerà i dati, certificherà la correttezza delle informazioni e aggiornerà i registri ufficiali.
La differenza principale riguarda i tempi: un giorno lavorativo quando chi vende coincide con l’utente del dispacciamento, tre giorni quando non c’è questa coincidenza o manca la pre-autorizzazione. Per i clienti, l’accesso ai propri dati sarà possibile solo con SPID o CIE. Da un lato questo snellisce il percorso burocratico, dall’altro introduce un sistema che mette pressione ai fornitori.
Per chi lavora nelle vendite di energia, lo switch in 24 ore è un cambiamento che tocca la gestione del credito, la fidelizzazione e la capacità di tenere il passo con clienti sempre più liberi di spostarsi.
Impatti sui consumatori dello switch energia in 24 ore
Dal punto di vista del cliente, cambiare in un giorno potrebbe sembrare una svolta epocale.
In realtà i dati ARERA mostrano che la difficoltà tecnica non è mai stata il principale ostacolo. Secondo i rapporti ufficiali, solo una quota ridotta di consumatori dichiara di non cambiare fornitore per motivi burocratici: la percentuale varia dall’1,5% al 4,7%.
Le ragioni che tengono ferma la maggioranza sono altre: la fiducia nel proprio fornitore, la percezione di convenienza della tariffa in corso, la mancanza di conoscenza delle offerte alternative. Da questo punto di vista, lo switch rapido non modifica la sostanza.
Tuttavia, non si può ignorare l’effetto psicologico. Sapere di poter cambiare in 24 ore riduce le esitazioni. Anche chi ha sempre rimandato potrebbe ora provare a vedere “come va dall’altra parte”. Il cliente ha la percezione di avere più controllo e meno ostacoli. Per questo chi vende energia dovrà considerare non tanto la procedura in sé, quanto il nuovo atteggiamento dei consumatori: più curiosi, più pronti a muoversi e meno vincolati dalle tempistiche.
Opportunità per i fornitori
Se vista dal lato delle aziende, questa riforma apre alcuni scenari da sfruttare.
- In primo luogo, consente di trasformare la velocità in un messaggio commerciale diretto. “Ti attiviamo in un giorno” può diventare un elemento forte nelle campagne promozionali, capace di catturare l’attenzione dei clienti che non vogliono aspettare.
- Un altro vantaggio è la possibilità di testare più rapidamente le offerte. Un fornitore potrà lanciare due proposte diverse e capire quasi in tempo reale quale riscuote maggiore interesse.
- Anche l’incasso si anticipa: un cliente attivato prima significa flussi di cassa che entrano con meno ritardo.
Ma questi aspetti vanno letti insieme alle sfide. Ogni attivazione che parte con un disguido tecnico rischia di trasformarsi in un problema di credibilità. Lo switch in 24 ore può diventare una leva di crescita solo per chi investe davvero in organizzazione interna, in sistemi informatici integrati e in processi pensati per reggere volumi elevati.
I rischi legati alla volatilità dei clienti
Se è vero che lo switch rapido offre nuove opportunità, è altrettanto evidente che espone i fornitori a nuove fragilità. La prima riguarda la volatilità. Un cliente che oggi resta legato al proprio fornitore per settimane in attesa del passaggio, da gennaio potrà spostarsi in un giorno per una promozione vista online, per un malinteso nella fatturazione o per una promessa aggressiva di un competitor. Questo significa che le aziende dovranno investire su servizi chiari, comunicazione costante e assistenza proattiva.
L’altro fronte delicato è quello del credito. ARERA ha segnalato che dal 2011 al 2023 i fornitori hanno emesso oltre 2 milioni di richieste CMOR, per un valore di 830,5 milioni di euro, a fronte di crediti insoluti che superano il miliardo. Con lo switch veloce, il rischio di ritrovarsi con clienti insolventi che passano rapidamente da un fornitore all’altro cresce. La possibilità di sospendere la fornitura perde peso come strumento di difesa, mentre diventa decisiva la capacità di valutare l’affidabilità del cliente già nella fase di onboarding.
Il turismo energetico
Un altro fenomeno che rischia di intensificarsi è quello che molti definiscono turismo energetico. Si tratta della pratica di spostarsi continuamente tra fornitori diversi per sfruttare promozioni, bonus di benvenuto o condizioni temporaneamente più favorevoli. Con il nuovo meccanismo, questo comportamento diventa molto più semplice. Un cliente può muoversi da un’azienda all’altra senza dover attendere settimane, con un impatto diretto sulla stabilità dei ricavi dei fornitori.
Per contrastare questo fenomeno serve una strategia di fidelizzazione che vada oltre la tariffa. Chi vende energia dovrà puntare su chiarezza, semplicità nei processi, assistenza tempestiva e relazioni costruite sul lungo periodo. In questo scenario, la tecnologia è un alleato prezioso. Piattaforme di gestione dei dati, sistemi di monitoraggio dei pagamenti e strumenti di automazione possono aiutare a ridurre i rischi e a rendere meno vulnerabile il rapporto con il cliente. Ma la vera sfida resta umana: creare fiducia giorno dopo giorno, evitando promesse che non possono essere mantenute e garantendo continuità nel servizio.
Dove investire per affrontare la riforma dello switch energia in 24 ore
Per affrontare con successo lo switch in 24 ore, i fornitori dovranno ripensare alcuni elementi della propria attività.
La customer experience va intesa come capacità di accompagnare il cliente senza attriti, con contratti chiari e procedure intuitive.
L’automazione significa eliminare i passaggi manuali, ridurre gli errori e garantire che un attivazione in 24 ore non diventi un ostacolo interno.
La gestione del credito è la vera cartina tornasole: senza sistemi di analisi e prevenzione, il rischio di accumulare debiti difficili da recuperare è alto. In questo quadro, due sono gli aspetti da curare con più attenzione:
- trasparenza e comunicazione verso i clienti, per costruire fiducia stabile;
- solidità interna, con processi digitalizzati e strumenti di monitoraggio continuo.
Sono questi gli elementi che fanno la differenza tra chi subisce la riforma e chi la trasforma in un’opportunità di crescita.
Conclusioni
Lo switch energia in 24 ore si traduce in maggiore libertà di scelta per i consumatori, con un impatto psicologico che può stimolare nuove decisioni di cambio. Per i fornitori, invece, diventa un test di resilienza. Chi saprà adattarsi investendo su trasparenza, tecnologia e gestione del credito sarà in grado di attrarre clienti e mantenerli. Chi non si prepara rischia di subire perdite economiche e faticare a restare competitivo.
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