Più, più e più, in questi ultimi tempi non si fa altro che parlare di due tipologie di incrementi: uno relativo ai nuovi contagi, l’altro in merito agli aumenti di luce e gas.

Già nel 1973 attraversammo una crisi energetica fu causata dalla decisione degli Stati arabi, produttori di petrolio, di tagliare del 25% le esportazioni del greggio verso i paesi occidentali.

La conseguenza fu il vertiginoso aumento del prezzo del petrolio; in alcuni casi il prezzo triplicò rispetto a quello precedente alla crisi.

Il costo di gas ed elettricità è sempre più caro e l’ARERA ha stimato che la crisi energetica che stiamo vivendo farà aumentare del 42% la bolletta del gas e del 55% quella della corrente elettrica nel primo trimestre del 2022.

Purtroppo tali percentuali non rendono l’idea della grande crisi energetica che il nostro Paese, nonché l’intera Unione Europea, sta attraversando.

Subito dopo l’estate 2021 (anche se dei segnali c’erano già prima), ma fanno riferimento al confronto dei prezzi con il trimestre precedente.

Se mettiamo a confronto i 12 mesi che vanno tra Aprile 2021-Marzo 2022 rispetto allo stesso periodo 2020-2021, a parità di consumi, ci sarà una spesa a famiglia di circa 1000€ in più.

La causa principale di tutto ciò è l’aumento dei prezzi del gas, una delle risorse da cui dipende, ancora, enormemente la nostra società. Il prezzo del gas nel mercato olandese di riferimento dell’Europa (TTF) è cresciuto da 0,17€/smc (Gennaio 2021, a 0,88€/smc (Dicembre 2021), oltre il 500%.

Ma a cosa è dovuta la crisi energetica e cosa c’è dietro l’aumento delle bollette?

Nonostante gli interventi del Governo che ha messo sul piatto diversi svariati miliardi di euro, gli aumenti sono diventati insostenibili per famiglie e imprese.

Ad Ottobre avevo già parlato dell’entrata in guerra, ma allora scendere troppo nei dettagli, senza che nessun media o notiziario ne stesse parlando risultava davvero difficile: ora la bolla è scoppiata e non si fa altro che parlare di questa forte crisi energetica.

In un’elaborazione della Confartigianato Veneto si prospetta quanto spenderanno diverse tipologie di attività commerciale nel 2022, se il tandem di crescita non dovrebbe arrestarsi:

Un’industria che nel 2021 ha speso 186 mila euro di energia elettrica, a parità di consumo, nel 2022 ne dovrà sostenere oltre 700 mila.

Un parrucchiere vedrà triplicare la sua spesa energetica, passando da circa 600€ a 1800€ all’anno.

Un panificio? Spenderà 4 volte di più, da circa 10.000€ a circa 40.000€ all’anno di energia elettrica.

La causa? Non è una sola, ma bensì un mix di fattori, che andremo a toccare di seguito:

  1. Il meteo: lo scorso inverno è stata più freddo e più lungo e anche l’estate è stata più calda nella media, questo ha portato ad un aumento dei consumi di energia per i riscaldamenti e per i condizionatori, riducendo drasticamente le riserve;
  2. Aumento dei prezzi dei certificati di CO2: anche l’aumento dei prezzi dei certificati di CO2, dovuti ai nuovi obiettivi della transazione energetica, ha contribuito all’aumento dei prezzi. In pratica viene fissato un tetto alla quantità totale di gas che può essere immessa nell’aria dagli impianti delle imprese interessate, alla fine di ogni anno le società devono coprire le loro emissioni con un numero adeguato di certificati per non far scattare pesanti multe, l’acquisto di tali certificati influisce di prezzi delle materie prime;
  3. La ripresa economica: dopo gli svariati lockdown e le varie restrizioni la produzione è ripartita alla grande, tuttavia tenendo in considerazione il punto numero 1 ci si è trovati impreparati in merito alla disponibilità di risorse, generando così un immediato consumo di energia prodotta da diverse fonti, come il gas, petrolio e carbone, trascurando l’immagazzinamento e lo stoccaggio per l’inverno che stiamo attraversando (motivo per cui si vocifera di possibili blackout);
  4. Fattori geopolitici: principalmente l’Italia si approvvigiona di gas Russo, Libico e Algerino. In questo scenario la Russia ha drasticamente ridotto il flusso di gas verso l’Europa, aggravando ulteriormente la crisi energetica europea, optando per la rotta asiatica, in quanto sembrerebbe un mercato in netta ripresa e a prezzi elevati;
  5. Il gasdotto Nord Stream 2: Il Nord Stream è uno dei più grandi gasdotti al mondo, il primo progetto prese forma nel 1997 e permette alla Russia di esportare 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Motivo per cui nel 2012 si avvio il progetto per un secondo gasdotto, denominato Nord Stream 2, collegando sempre la Russia alla Germania bypassando i Paesi dell’Est Europa, raddoppiando cosi difatti l’esportazione. Gli attriti tra la Russia e i Paesi dell’Est Europa, con la Germania che vuole tenere fuori dalla vicenda il gasdotto, non hanno fatto altro che far aumentare i prezzi del gas;
  6. Le fonti rinnovabili: difficile da credere ma anche le fonti rinnovabili sono un altro anello debole di questa crisi energetica, in quanto sono emerse diverse criticità proprio in questo periodo: la mancanza di vento ha fatto precipitare la produzione di energia eolica (primo semestre 2021: -20% a confronto con gennaio-giugno 2020.)

Come vedi un mix di fattori ambientali, tecnici e politici che non fanno altro che gravare sulle tasche dei consumatori.

Quindi cosa fare per fronteggiare questa crisi energetica e il rialzo dei prezzi?

Qualche soluzione bisogna certo prenderla, non si può aspettare che questa situazione passi con il rischio di trascinare nel baratro tutti e tutto quanto.

Alcune aziende stanno rivedendo i propri orari di lavoro, ovvero lavorando il sabato e la domenica, quando i prezzi dell’energia sono inferiori e riposando il lunedì e il martedì, che con l’apertura dei mercati i prezzi tendono a rialzare.

Per le famiglie la parola d’ordine è risparmiare, ovvero consumare meno evitando lo spreco energetico e utilizzando ciò che è essenziale.

Tuttavia non bisogna farsi prendere dallo spavento di tali rialzi e soprattutto bisogna pensarci diverse volte prima di effettuare un cambio di fornitore.

Con i prezzi attuali di mercato non garantirebbero un risparmio rispetto, magari, a contratti sottoscritti nel 2020 o nel 2021, dove i prezzi dell’energia elettrica e/o gas erano di gran lunga più vantaggiosi.

Qui di seguito l’andamento dei prezzi di energia elettrica all’ingrosso tratto dal sito del GME – Gestore Mercati Energetici. Come vedi anche in questo caso c’è stato, tra gennaio e dicembre, c’è un aumento di oltre il 400%.

Fai bene attenzione se non vuoi cadere nel baratro della crisi energetica

Se hai sentito parlare di aumenti e hai solamente la percezione che la tua bolletta si aumentata prima di fare qualsiasi passo fatti inviare la bolletta di dettaglio dal tuo fornitore e verifica quanto stai pagando.

Successivamente, se proprio vuoi valutare qualcosa, confronta quel dato con le offerte commerciali che ti vengono proposte e non basarti esclusivamente sulla percezione o sulle parole del venditore di turno.

La crisi del 1973 cambiò la mentalità delle persone verso alcuni importanti temi: si iniziò a parlare di ecologia e di risparmio energetico e il petrolio non venne più visto come unica fonte energetica.

Oggi più che mai occorre guardarsi bene da effettuare scelte affrettate, prive di valutazioni e di consapevolezza, in quanto una scelta sbagliata potrebbe davvero costare centinaia e centinaia di euro.

Se hai bisogno di maggiori informazioni per comprendere la situazione e come muoverti in questa crisi energetica, contattatami e prenota la tua consulenza gratuita.

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